di Paolo M. Minciotti
A Prato si dice “No” alla partecipazione al ballo delle debuttanti di una coppia formata da due ragazze – si era detto sì, poi no, nel solito viscido balletto all’italiana; il ballo è previsto per il 18 giugno a Prato e organizzato dal Convitto nazionale Cicognini. Dunque il diktat dice “O coppie eterosessuali o niente”. Sopravviveremo anche a questo, considerando gli esempi di felicità duratura ed armonia della famiglia tradizionale raccontata da troppi e sempre in crescita episodi di cronaca.
Battute al vetriolo a parte, non si può partecipare al “ballo delle debuttanti” se si è una ragazza e si ha una ragazza, perché l’uguaglianza e la parità sociale in questo paese sono una cosa seria. E le vecchie tradizioni, cosa c’importa del nuovo, hanno la priorità: quindi chiusi i balli e aperte le stalle (per via degli sguardi indiscreti e in nome del si fa ma non si dice). La 18enne, dunque, non potrà scendere in pista, non potrà ballare, però potrà invidiare da lontano il fratello che balla con la fidanzata. “Avrei voluto invitare una ragazza che mi piaceva, ma mi è stato detto che non è possibile”.
Lo ha dichiarato la ragazza a La Stampa.
Evviva la scuola inclusiva e tanti pat pat sulla spalla a chi ha preso la decisione. Ne avrà bisogno.
Sulla questione interviene con una lettera aperta alla Preside del Convitto Nazionale “Cicognini” di Prato il Vescovo Primate della Chiesa Protestante Unita, M. Rev. Andrea Panerini, lettera che pubblichiamo integralmente in basso.
Gentile Prof.ssa,
negli scorsi giorni ho letto sulla stampa, non Le nego con molta tristezza, la vicenda che ha interessato Lei e il Suo Istituto e, soprattutto, una coppia omosessuale esclusa dal “ballo delle debuttanti” organizzato dal Suo Istituto.
La mia tristezza è causata dalle difficoltà di questa coppia composta da due ragazze per farsi accettare così come sono nell’anno del Signore 2022, sia dal corpo docente che dagli altri studenti. Un sondaggio ufficioso ha dimostrato che i compagni delle due ragazze sono divisi praticamente a metà su questa questione.
Pur apprezzando il Suo operato e comprendendo le pressioni a cui Lei è stata sottoposta in questi giorni, devo dirLe con franchezza evangelica che i diritti delle persone non possono essere messi in discussione con una qualunque votazione. Nella Germania nazista quale sarebbe stato l’esito di una votazione sui diritti dei cittadini tedeschi di “razza” ebraica? Anche qualora la votazione fosse stata pienamente libera?
Come esponente di una minoranza religiosa (anche perseguitata nei secoli scorsi) ho scelto volutamente questo paragone storico forte per ribadire il fatto che i diritti delle minoranze che siano sessuali, religiose, etniche, linguistiche o di altro tipo non si posso mettere alla mercè di una votazione con maggioranza semplice ma per questo, laicamente, bisogna fare riferimento alla Costituzione della Repubblica e, in particolar modo, agli articoli 2, 3, 10 e 34 oltre che agli articoli 1 e 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea che il Suo Istituto rischia di violare con questa potenziale discriminazione.
Da uomo di Chiesa, da Vescovo, con la potestà apostolica che mi deriva dell’ordinazione episcopale, non posso che dirLe che, anche solo discutere dell’accettazione di figlie di Dio che non stanno compiendo nulla di male, contrasta chiaramente con gli insegnamenti di Nostro Signore Gesù Cristo e dei suoi apostoli. Paolo scrive:”Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù” (Galati 3:18) per spiegare come, nella visione di Dio, le differenze e discriminazioni create esclusivamente dagli uomini non abbiano alcun peso. A prescindere di quello che ognuno ed ognuna possa pensare dell’omosessualità una partecipazione di coppia non lede nessuna sensibilità nè nessun diritto degli altri e dimostra una inesistente carità cristiana. Rischiate di creare una discriminazione dove non c’era, e una discriminazione non è solo grave nei confronti delle persone verso le quali è applicata ma strappa il manto della civiltà. Sicuramente fa impressione che questa potenziale discriminazione possa essere dentro una istituzione formativa pubblica (e che dovrebbe anche essere laica) come il Convitto Nazionale “Cicognini”.
Qui sono in gioco sia valori fondamentali della nostra Repubblica che del cristianesimo: solidarietà, uguaglianza, carità, empatia.
Dal 15 al 21 p.v. la nostra Chiesa, assieme ad altri soggetti, organizza la Settimana di preghiera e lotta contro l’omobitransfobia a Firenze a cui voglio invitare Lei, le due ragazze coinvolte, tutti i docenti e gli studenti. Pregheremo anche per Voi e discuteremo di questo caso e del perché la questione sia ancora da discutere oggi, nel 2022.
Spero e prego che Lei e il Suo Istituto possiate fare la scelta giusta.
La saluto e La benedico,
Andrea Panerini,
Vescovo Primate della Chiesa Protestante Unita
(12 maggio 2022)
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