di Samuele Vegna
In queste giornate di fine estate in cui sto scrivendo un libro di racconti da brividi, che si ispira alla realtà e all’odio e alle discriminazioni, oltre che ai capolavori di Mary Shelley e di Shirley Jackson, mi rendo conto che, quando due miei amici leggono i racconti, non hanno gli stessi, terrificanti, nauseabondi e devastanti brividi ancestrali che provano nel leggere le notizie di attualità, in particolare di chi nelle ultime ore ha giustificato quasi definendola legittima difesa, l’omicidio tremendo di un uomo.
Siamo a Viareggio pochi giorni fa e stiamo parlando di una certa Cinzia Dal Pino, che ha ucciso Said Malkoun, un senzatetto che poche ore prima pare che le avesse rubato la borsa; in questi casi, se ti derubano, fai una denuncia e non agisci con il metodo della vendetta per recuperarla in stile malavita, che è poi una continua realtà quel libro (parlo di Gomorra, pieno di esempi del genere), in ogni caso non passi sopra una persona con un suv per quattro volte fino a sfondare persino una vetrina; non si agisce così per recuperare il maltolto, nonostante magari si abbia poca fiducia nell’ordine costituito.
La giustizia invece viene messa in dubbio, casualmente, dal futuro segretario della Lega, tale Andrea Crippa, che pur essendo capace d’intendere e di volere, pare che giustifichi l’investitrice Dal Pino come vittima di una tempesta emotiva, e nemmeno così gradualmente, arriva a dire che è colpa prima dell’immigrazione, poi della sfiducia che si ha nella certezza della pena, poi della paura della signora. Fatto sta, non si tratta di legittima difesa ma di un omicidio di un essere umano, caro Crippa, e la mistificazione della realtà si nota subito, visti i salti carpiati che sta facendo per giustificare un crimine, questo, perpetrato “a gratis”.
È da ricordare che la nazionalità e la fedina penale e lo status sociale e l’orientamento sessuale, o la rabbia a giustificare un torto subito, non giustificano l’omicidio.
La migrazione è inoltre fulcro di vita laddove viene accolta e indirizzata nella maniera giusta, invece dove vige l’orrore da brivido che stiamo vivendo, è sinonimo di sfruttamento, povertà e infine, morte, caro Crippa e cara destra e sinistra, che nulla avete mai fatto per migliorare la situazione di chi migra, né di chi possiede la nostra cittadinanza e né di chi non ne ha nessuna. Per la signora, intanto, vengono chiesti gli arresti domiciliari.
(11 settembre 2024)
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