Venerdì 16 giugno alle ore 19.30 presso il Cortile P.za della Barriera Garibaldi civici 18/23 nel Quartiere La Guglia di Livorno andrà in scena lo spettacolo Albania Casa Mia di e con Aleksandros Memetaj, ospitato all’interno di Scenari e serenate di Quartiere, il festival dedicato al Teatro di Narrazione organizzato da Fondazione Teatro Goldoni e il Comune di Livorno con la direzione artistica di Fabrizio Brandi e Emanuele Gamba.
Monologo pluripremiato e da 8 anni programmato in tutta Italia e all’estero, Albania Casa Mia racconta una storia autobiografica che diventa collettiva: quella di un ragazzo nato in Albania e cresciuto in Italia, sospeso tra due culture come l’imbarcazione che oltre trent’anni fa lo portò nel nostro Paese e quella di un padre, dei sacrifici fatti e dei pericoli corsi per evitare di crescere il figlio nella miseria di uno Stato logorato dopo il crollo del regime comunista del ‘91. Un testo divertente e commovente.
Racchiuso nell’energia vocale e fisica del protagonista, il monologo autobiografico di Aleksandros Memetaj è un racconto che si nutre di urla e silenzi, di obliata violenza e amara dolcezza; in un susseguirsi di gesti e parole che raffigurano visioni e ricordi, il testo attraversa lo spazio vuoto e il buio del palcoscenico per viaggiare nel tempo e conferire all’esperienza individuale dell’autore un respiro drammatico di valore universale. Gisella Rotiroti, LA REPUBBLICA
1991, Albania. il regime comunista che per quasi cinquant’anni aveva limitato la libertà dei cittadini è ormai collassato. Il presidente Ramiz Alia concede il diritto di viaggiare fuori dallo stato, riaprendo i confini e aprendo all’economia libera. Migliaia di persone cercano di scappare con navi, pescherecci e gommoni diretti verso l’Italia. Tra questi c’è Alexander Toto, che giunge a Brindisi con un bimbo di 6 mesi. Albania casa mia è la storia di un figlio che crescerà lontano dalla sua terra natia, in Veneto, luogo che non gli darà mai un pieno senso di appartenenza. È la storia di un padre, dei sacrifici fatti, dei pericoli corsi per evitare di crescere suo figlio nella miseria di uno Stato che non esiste più. È la storia del suo grande amore nei confronti della propria terra, di grande patriottismo, di elevazione di alcuni valori che in Italia non esistono più. Quando il popolo piange sangue e si ribella allo Stato, per un gioco controverso dell’animo umano il cuore, pur bagnato di veleno, conserva gli odori, le immagini e i dolci ricordi di una nazione unica, con una storia sofferta e passionale. I destini di Aleksandros Memetaj e Alexander Toto apparentemente lontani si incrociano più volte nella storia fino a creare un’unica corda, un unico pensiero. Finché l’uno diventerà il figlio e l’altro il padre.
di e con Aleksandros Memetaj
regia Giampiero Rappa
assistente alla regia Alberto Basaluzzo
produzione Anonima Teatri / Twain Centro Produzione Danza
Vincitore Premio Museo Cervi – Teatro per la Memoria 2016
Vincitore Premio Avanguardie 20 30 [Bologna]
(12 giugno 2023)
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