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Dal 20 al 28 novembre a Firenze: il 62° Festival dei Popoli, oltre la pandemia con 80 documentari

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di Redazione, #Firenze

La prima nazionale di Diários de Otsoga, il film girato durante la quarantena da Miguel Gomes e Maureen Fazendeiro, su una troupe impegnata a realizzare un lungometraggio durante la fase più acuta delle restrizioni del 2020; la storia di uno dei più grandi album del rock progressivo di sempre e del suo frontman Robert Fripp in In the Court of the Crimson King di Toby Amies; il massacro alla Marjory Stoneman Douglas High School del 2018 nel racconto dei giovani e combattivi sopravvissuti in Us Kids di Kim A. Snyder. E poi il ritratto intimo del poeta Ferlinghetti, scomparso quest’anno, girato in luoghi iconici di San Francisco e della Bay Area, in Lawrence di Giada Diana e Elisa Polimeni; la più grande comunità di ritiro al mondo per pensionati agiati in The Bubble di Valerie Blankenbyl; la questione femminile in Egitto con le aggressioni sessuali in piazza Tahrir nel gennaio 2013, in As I Want di Samaher Alqadi.

Sono alcuni dei documentari in programma al 62° Festival dei Popoli, il festival internazionale del film documentario, che si terrà a Firenze (e online sulla piattaforma mymovies.it) dal 20 al 28 novembre nei cinema La Compagnia, Spazio Alfieri, Cinema Stensen, Istituto Francese e al Mad – Murate Art District; Teatro Cantiere Florida e 25 Hours Hotel. La manifestazione – presieduta da Vittorio Iervese e diretta da Alessandro Stellino e Claudia Maci – presenterà il meglio del cinema documentario internazionale in un programma di 80 film, accompagnati da numerosi ospiti internazionali e nazionali.  La 62/ma edizione è realizzata con il contributo di MiC – Direzione Generale Cinema; Regione Toscana; Comune di Firenze, Fondazione Sistema Toscana e Fondazione CR Firenze con il sostegno di Intesa San Paolo, Publiacqua, Unicoop Firenze, Mymovies.it e lo sponsor tecnico Trenitalia.

Il festival sarà inaugurato dalla prima nazionale di Diários de Otsoga, girato durante la quarantena dalla coppia portoghese al co-debutto Miguel Gomes e Maureen Fazendeiro, un festoso omaggio al cinema come atto creativo condiviso che racconta le vicissitudini di una troupe impegnata a girare un film durante la fase più acuta delle restrizioni del 2020. Al film è legato il manifesto della nuova edizione. “Un capolavoro fuori da ogni schema – sottolinea Stellino – un gesto artistico che è anche una speranza per il futuro, oltre la pandemia”. Nel primo giorno lo spettatore si immergerà nello spettacolare Caveman. Il gigante nascosto di Tommaso Landucci che narra la creazione di una delle opere più ambiziose e affascinanti dello scultore toscano Filippo Dobrilla: “Il gigante dormiente” realizzato a 650 metri di profondità in una grotta delle Alpi Apuane.


Il programma e le novità

Il programma propone 80 documentari divisi in varie sezioni. Oltre alle opere del Concorso Internazionale (18 film tra cortometraggi, mediometraggi e lungometraggi, tutti inediti in Italia) e il Concorso Italiano (7 inediti assoluti alla scoperta dei giovani talenti del nostro Paese), il festival presenta una selezione proveniente dall’archivio storico del festival dedicata ai 30 anni dalla caduta dell’Unione Sovietica nella sezione Diamonds Are Forever – Utopia Rossa; Frontiere in fiamme, l’omaggio dedicato a Nicolas Klotz e Elisabeth Perceval; il focus sulle sfide ambientali in Habitat e i documentari per le famiglie e i più giovani di Popoli for Kids and Teens. I titoli per il grande pubblico sono proposti negli Eventi Speciali, nei Fuori Concorso (novità di quest’anno) e in Let the Music Play!, la rinnovata sezione dedicata al documentario musicale. Uno sguardo alle nuove generazioni in Doc At Work – Future Campus, con i corti di giovani registi e registe provenienti dalle scuole di cinema di tutta Europa. Novità di questa edizione sarà poi Pop Corner: Incontri ai confini della realtà, i talk del festival nel centro di Firenze: cinque conversazioni per parlare di genere, immaginari, ambienti, culture e generazioni, dal 22 al 26 novembre alle 19 nel nuovo spazio del 25 Hours Hotel (Piazza di San Paolino, 1). Durante i talk, dieci ospiti di eccezione si confronteranno per fornire chiavi di lettura originali sul reale e sulle tematiche di attualità proposte dai documentari in programma al 62° Festival dei Popoli. Tra gli ospiti Gianna Fratta e Vera Gheno (22/11); Michele Smargiassi e Paolo Woods (23/11); Annalisa Corrado e Francesco Ferrini (24/11); Lorenzo Baglioni e Tomaso Montanari (25/11); Irene Dionisio e Voodoo Kid (26/11).

Il Concorso Internazionale presenta 18 titoli in prima italiana e internazionale (lungometraggi, mediometraggi e cortometraggi) per la giuria composta da Kieron Corless (Gran Bretagna), Anita Piotrowska (Polonia), Yolande Zauberman (Francia) che assegnerà i seguenti premi: Premio al Miglior Lungometraggio (euro 8.000); Premio al Miglior Mediometraggio (euro 4.000); Premio al Miglior Cortometraggio (euro 2.500) e la Targa “Gian Paolo Paoli” al Miglior Film Antropologico.

Fiore all’occhiello del programma è il Concorso Italiano con 7 documentari che rappresentano il meglio della produzione italiana 2021, che verranno sottoposti alla giuria composta dalla regista e autrice Irene Dionisio, dal responsabile editoriale della piattaforma Tënk Jérémie Jorrand e dallo scrittore, editore e selezionatore Giovanni Marchini Camia. In programma la prima mondiale de L’età dell’innocenza di Enrico Maisto (21/11), un diario personale che è anche la storia di un’educazione sentimentale; Il momento di passaggio della regista Chiara Marotta (22/11), che decide di fare ritorno a casa per confrontarsi con la famiglia e la comunità religiosa da cui si è allontanata anni prima. È dedicato alle straordinarie modalità di interazione di un gruppo di sordociechi e persone con disabilità sensoriali il film di Laura Viezzoli dal titolo Quando tu sei vicino a Me (23/11). In programma, poi, La Zita di Tiziano Doria e Samira Guadagnuolo (24/11), un ritratto personale di un Sud Italia in cui convivono contraddizioni di mondi distanti; La guerra che verrà di Marco Pasquini (24/11) porta sullo schermo i tempi lenti della vita al fronte, attraverso un’osservazione attenta e silenziosa al fianco dei membri dell’esercito siriano. Federico Cammarata e Filippo Foscarini firmano Tardo agosto (25/11), che cattura il silenzio del tempo e il rumore della vita, sullo sfondo di un paesaggio siciliano di fine estate; Los Zulugas di Flavia Montini racconta la storia di un cittadino italiano di origine colombiana che decide di fare ritorno in Colombia per affrontare il suo doloroso passato (26/11).


La retrospettiva dedicata a Nicolas Klotz ed Elisabeth Perceval 

Il festival dedica la prima retrospettiva ufficiale al duo di registi francesi Nicolas Klotz ed Elisabeth Perceval. La coppia sarà nel capoluogo toscano per presentare i loro film, incontrare il pubblico e partecipare a tavole rotonde e workshop. Dal titolo “Frontiere in fiamme”, l’omaggio curato da Daniela Persico presenterà una selezione di 15 opere, a partire dall’anteprima italiana di Nous disons révolution (2021) per poi spaziare dagli esordi di Paria (2000) e La blessure (2004), passando per film di grande successo come La question humaine (2007, protagonista Mathieu Amalric) e Low Life (2012), e per progetti più sperimentali come Mata Atlantica (2016) e Saxifrages (2020), fino alle intersezioni con il teatro con la trilogia Project Castellucci (2015), realizzata in collaborazione con Murmuris e il Teatro Cantiere Florida, e Hamlet en Palestine (2017) sul regista teatrale Thomas Ostermeier che indaga sulla morte di Julio Mer-Khamis, direttore  del Freedom Theatre, spazio creativo per i giovani palestinesi. Tra gli altri Vendredi 13 (2016): Michka Assayas, fratello del regista Olivier, conduce la puntata del suo noto programma musicale due giorni dopo gli attacchi terroristici a Parigi del novembre 2015. Un momento di lutto che Klotz segue in punta di piedi, affidandosi alla colonna sonora offerta dal DJ, come atto di presenza di fronte al dolore.

I documentari spettacolari a tema musicale arricchiscono la sezione Let The Music Play! con 5 documentari in prima italiana. Dal rock progressivo nell’anteprima assoluta del work progress di In the Court of the Crimson King su Robert Fripp e il suo storico gruppo (24/11) al “noise” estremo di À qui veut bien l’entendre (25/11) passando per il genere house raccontato attraverso la musica e la testimonianza di uno dei suoi padrini in Laurent Garnier: Off the Record (26/11). Poi il prodigio del flamenco in Canto cósmico. El Niño de Elche (22/11) e i racconti dei giovanissimi usciti dai banchi di scuola e catapultati direttamente nel mondo dei talent show in Fuoriclasse (25/11).

Negli Eventi speciali, il programma della 62ma edizione, presenta The Scars of Ali Boulala di Max Eriksson sul prodigio svedese dello skateboarding Ali Boulala e il suo tragico incidente (27/11); Us Kids di Kim A. Snyder, che segue il massacro alla Marjory Stoneman Douglas High School del 2018 attraverso il racconto dei giovani e combattivi sopravvissuti (23/11); poi un viaggio alla scoperta della nostra lingua in La fabbrica dell’italiano di Giovanni Ortoleva, dedicato all’Accademia della Crusca (25/11).

 Nella sezione Fuori concorso da segnalare i “toscani” L’assedio di Marta Innocenti (27/11), in cui la giovane regista descrive il folle accampamento che precede il Gran Premio d’Italia di moto nel circuito del Mugello, valle solitaria situata ai piedi dell’Appennino; e Caveman – Il Gigante Nascosto di Tommaso Landucci (20/11) dedicato a Filippo Dobrilla (1968 – 2019), artista che si è dedicato a scolpire per oltre trent’anni un colosso di marmo in una grotta delle Alpi Apuane, a 650 metri di profondità nelle viscere della terra. Nella sezione trova poi posto il ritratto intimo e ironico del poeta Ferlinghetti, scomparso quest’anno, girato in luoghi iconici di San Francisco e della Bay Area dal titolo Lawrence, di Giada Diana e Elisa Polimeni (26/11) prodotto dal toscano Lorenzo Borghini. Ancora, La carovana bianca di Artemide Alfieri e Angelo Cretella, sulla vita di quattro famiglie di circensi e del loro circo stanziato in uno stradone della periferia di Napoli, in attesa che la pandemia si dilegui come in uno spettacolo di magia. Tra i titoli in programma, anche Zona Limite di Stefano Di Buduo su Eugenio Barba e il suo Odin Teatret, evento organizzato in collaborazione con Murmuris (21/11 al Teatro Florida). In mattinata una masterclass con il regista teatrale, dopo la proiezione l’incontro con Eugenio Barba, Stefano Di Buduo e Julia Varley.

Un focus importante è dedicato all’ambiente con i 5 titoli in prima italiana della sezione Habitat, realizzato in collaborazione con Publiacqua, sui temi del vivere contemporaneo in relazione all’ecosistema, all’evoluzione tecnologica e alle trasformazioni in atto in ambito geo-politico. In Oltre le rive, il regista (26/11) Riccardo De Cal compie un viaggio tra il sacro e profano lungo il fiume Piave, dalla guerra mondiale al disastro del Vajont; Composer les mondes di Eliza Levy (23/11) racconta il pensiero dell’antropologo Philippe Descola, scopritore di un nuovo modo di vivere; Holgut (24/11) di Liesbeth De Ceulaer ci conduce al fianco di una spedizione di yacutiani in Siberia, dove gli effetti dello scioglimento del permafrost sono già drammaticamente visibili. Anche Stray Ducks (22/11) di Bruno Chouinard segue il fenomeno atteso e inevitabile che colpisce i ghiacciai, ma in Groenlandia, alla ricerca di novanta papere di gomma, studiate nientemeno che dalla NASA. Chiude The Bubble (28/11) di Valerie Blankenbyl, stupefacente ritratto della più grande comunità al mondo di pensionati, in Florida, decisi a togliersi ogni sfizio possibile negli ultimi anni della loro vita.

Ampio spazio agli adolescenti con i film di Popoli for Kids & Teens, una selezione di documentari rivolti ai più giovani coinvolti nella giuria del Young Jury Day, composta da ragazzi tra i 14 e i 17 anni che discuteranno online ed eleggeranno il miglior documentario della sezione realizzata in collaborazione con il cinema Stensen e Unicoop Firenze. La sezione presenta sei titoli: il calcio è al centro delle vite di due adolescenti che vivono con le loro famiglie in un campo profughi della Giordania in Captains of Zaatari di Ali Elarabi (21/11); Writing With Fire di Sushmit Ghosh e Rintu Thomas (22/11) mostra un ambizioso gruppo di giornaliste Dalit, decise a comunicare con coraggio gli abusi del patriarcato e gli illeciti del governo. In Raise the Bar di Guðjón Ragnarsson una squadra di basket femminile vuole abbattere le barriere culturali; e poi Soul Kids di Hugo Sobelman, a Memphis, dove gli adolescenti raccolgono l’eredità dei neri americani, aprendosi a nuove prospettive future e studiando musica soul nel doposcuola alla Stax Music Academy.  Bigger Than Us di Flore Vasseur, sulla vita di Melati Wijsen, una giovane ed energica attivista che a soli 12 anni ha dato il via a una campagna per vietare la plastica monouso in Indonesia. E infine L’isolotto che c’è di Alberto Peraldo (26/11) un progetto didattico che ha coinvolto un gruppo di studenti dell’ISIS Galilei di Firenze e che pone al centro un quartiere di Firenze, l’edificazione del “villaggio-giardino”, l’alluvione del ‘68, l’espansione urbanistica, la nascita della Comunità di Don Mazzi, fino alle sfide dell’“era Covid” e ai progetti per il futuro del quartiere, sinonimo di solidarietà e integrazione.

Dall’archivio del festival, per la sezione Diamonds Are Forever, l’omaggio ai 30 anni dalla caduta dell’Unione Sovietica con Our Century di Artavazd Pelechian (1983), sul “secolo breve” in Unione Sovietica, e Elegia sovietica di Aleksandr Sokurov (1989), visione lirica e lucida su un impero in procinto di crollare; l’imperdibile Belovy di Viktor Kossakovsky (1992), uno sguardo realista e poetico sul mondo contadino, e Paradise di Sergej Dvortsevoj (1995), in cui si dedica attenzione ai gesti quotidiani di uomini e donne in lotta per la propria sopravvivenza. Ritratti di persone sconosciute, spesso ai margini della vita frenetica delle città, sono al centro di Alone di Dmitri Kabakov (1999), mentre Larisa (1980) è l’omaggio struggente di Elem Klimov alla sua compagna regista Larisa Shepitko e all’idea di un nuovo cinema sovietico; il movimento inquieto e frenetico di una generazione che anela a una vita differente, invece, viene raccontata da un autore da risocprire come Juris Podnieks in Is It Easy to Be Young? (1986). A conclusione del percorso, la memoria del cinema che riemerge nello sguardo di uno dei registi più significativi del panorama contemporaneo, Bill Morrison con The Village Detective (2021), a partire dalle bobine di un vecchio film sovietico recuperate da un pescatore a 20 miglia dalla costa islandese.


Doc at Work – Future Campus

Doc at Work – Future Campus rilancia la sua missione di intercettare le voci più̀ interessanti di giovani cineasti emergenti con una selezione di 12 film provenienti da 10 scuole di cinema di altrettanti paesi europei: la Aalto University – ELO Film School (Finlandia); la Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti e il CSC Centro Sperimentale di Cinemaografia (Italia); La Fémis e Le Fresnoy / Studio national des arts contemporains (Francia); la HEAD (Svizzera); les APACH de la HELB (Belgio); la ECAM (Spagna); il master Doc Nomads (Belgio, Portogallo, Ungheria); la London Film School (Regno Unito). L’evento è organizzato in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana, MAD Murate Art District.
 

Giornata di studi sulla valorizzazione dell’archivio

Tra gli appuntamenti del festival, la giornata di studi “Nuovi orizzonti per i patrimoni archivistici audiovisivi”, giovedì 25 novembre presso la Mediateca Regionale Toscana (via San Gallo, 25) all’interno della quale sarà presentato “PH Remix”, il progetto multidisciplinare realizzato dall’Università di Pisa in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana e Festival dei Popoli per la valorizzazione dell’archivio.


Premio a Michelangelo Frammartino

Tra le novità di quest’anno il Premio “Energie Rinnovabili” a Michelangelo Frammartino in collaborazione con Enegan e CNA Firenze. Tra i registi più radicali e rilevanti emersi nel panorama internazionale degli ultimi 10 anni, il regista incontrerà il pubblico in una masterclass, mercoledì 24 novembre, al cinema La Compagnia, ore 11:30 (ingresso libero). Il premio verrà conferito alle ore 21 dello stesso giorno. Per l’occasione e per tutta la durata del festival, al Cinema La Compagnia, verrà esposta una mostra degli storyboard preparatori dei film, disegnati dal regista stesso.

 

Altri premi

Alla 62° edizione saranno inoltre consegnati i seguenti riconoscimenti: Premio TËNK al miglior film italiano, presentato nel concorso internazionale e nel concorso italiano. Tënk è la piattaforma SVOD dedicata al cinema documentario indipendente in Europa. Premio distribuzione on demand CG Digital per il Miglior Film Europeo della sezione Habitat: la casa di distribuzione CG Entertainment (www.cgentertainment.it) offre al film europeo vincitore l’opportunità di essere distribuito on demand sulla piattaforma cgdigital.it. Premio distribuzione in home video “POPOLI Doc”: la casa di distribuzione CG Entertainment offre al film italiano vincitore l’opportunità di essere pubblicato nella collana home video “POPOLI Doc – La collana del Festival dei Popoli” distribuita su tutto il territorio nazionale. Il Premio distribuzione in sala “Imperdibili” assegnato dallo staff del cinema La Compagnia: il film vincitore verrà tenuto in programmazione al cinema per un periodo da concordare con la produzione/distribuzione. Il Premio distribuzione in sala “Il cinemino” assegnato dal team de Il Cinemino all’opera che meglio saprà incarnare lo spirito “cinemino”: impegno, valore sociale e linguisticamente innovativo. Il film vincitore verrà programmato durante una serata dedicata e tenuto in programmazione nei giorni successivi. E infine il Premio SudTitles “Il cinema per tutti” assegnato nell’ambito della giornata professionale del Doc At Work – Future Campus, che offre all’opera vincitrice la realizzazione dell’audio descrizione del film e il caricamento sull’app SudTitles (se in lingua italiana) o sottotitoli inclusivi in italiano e il caricamento sull’app SudTitles (se in lingua straniera).

Il Festival dei Popoli è realizzato anche grazie alla collaborazione anche con Ambasciata del Portogallo e Istituto Camões; Ambasciata di Francia; Istituto Francese Italia e Istituto Francese Firenze; Unifrance; Trattoria dall’Oste; Goethe Institut; Tënk; Enegan; CNA Toscana, CNA Firenze e Murmuris.

Festival dei Popoli 055244778 | info@festivaldeipopoli.org.

 

(10 novembre 2021)

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