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Ha preso il via lo scorso 6 novembre il progetto «Boys don’t cry», organizzato dal Comune di Viareggio, in qualità di partner della rete RE.A.DY – Rete Nazionale delle Amministrazioni Pubbliche Anti Discriminazione per Orientamento Sessuale e Identità di Genere, in collaborazione – con Arci Lucca-Versilia.
Un percorso di sensibilizzazione, sui temi di omotransfobia, sulle violenze di genere e bullismo omotransfobico, rivolto agli studenti e alle studentesse dell’ultimo biennio delle scuole secondarie di secondo grado della città, che si sviluppa in due incontri, il primo dedicato alle scuole superiori, il secondo aperto alla città.
Il progetto “Boys don’t cry” intende sostenere strategie e azioni di contrasto alle discriminazioni, per favorire l’inserimento dei soggetti LGBTQI alla partecipazione economica, politica e sociale indistintamente da orientamento sessuale e identità di genere. Promuove interventi nel mondo della scuola, per educare le nuove generazioni al riconoscimento ed alla valorizzazione della differenza di genere, eliminando gli stereotipi sessisti presenti nella comunicazione scritta, orale e massmediale.
Il primo appuntamento dedicato alle scuole ha affrontato il tema «Combattere l’omotransfobia». Cristina Grandi – Ostetrica presso U. F. Attività Consultoriale ASL Toscana nord ovest zona Versilia consultorio giovani e Giulio Marlia, critico cinematografico, hanno condotto la mattinata dove è stato proiettato il bellissimo film Boys don’t Cry.
Secondo appuntamento, il 21 novembre, sempre allo Jenco, dalle 17 alle 20, con la proiezione del film Boys don’t Cry, e la testimonianza di Vladimir Luxuria.
Il dibattito sarà introdotto e moderato da Mariella Popolla (Università di Genova/About Gender).
Il Comune di Viareggio, grazie ai fondi regionali destinati ai Comuni aderenti alla rete READY, propone un percorso di riflessione sul diritto alla diversità e alle sue molteplici violazioni, dalla rimozione dei benpensanti, allo scherno dei bulli, alle botte dei violenti – dichiara l’assessore al Welfare Gabriele Tomei -. Abbiamo accolto con entusiasmo la proposta di alcune scuole di orientare i percorsi al pubblico giovanile e insieme a loro abbiamo progettato questa giornata interamente dedicata agli studenti e alle studentesse dell’ultimo anno. La violenza di genere e l’omotransfobia – conclude – vanno riconosciute e combattute in ogni loro forma e declinazione. Chi discetta sui se e sui ma si rivela complice e correo».
(7 novembre 2019)
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