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Meloni, Fratelli d’Italia e le “150mila firme per le dimissioni di Lamorgese”, vendute come se contassero qualcosa

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di G.G., #politica

Non paghi di non averne azzeccata una alle scorse amministrative, con eccezione della Calabria sulla quale si potrebbero fare un sacco di battute, ma diventerebbe avanspettacolo, e ne fa fin troppo Spirlì, ora Meloni con i suoi Fratelli d’Italia si lancia alla conquista della poltrona di Lamorgese, perché mai poltrona fu più desiderata, parlando di “150mila firme raccolte per le dimissioni della ministra”.

La relazione tra il partito della leaderessa e la raccolta firme è burrascoso: a Lodi ne hanno riso, quelli che si occupano di politica, per settimane: si trattava della storia meravigliosa di una petizione online di Fratelli d’Italia che raccolse 11 firme. Lasciata lì, senza tornarci sopra più, ma il web non perdona, e ricorda che si trattava di una petizione a favore della costruzione di un supermercato in centro città. Un trionfo. Come quello del candidato Michetti.

Ora Meloni, dovendo perseguire l’obbiettivo di diventare la leaderessa d’Italia nonostante idee poche, programmi niente ed alleanze internazionali discutibili, getta nell’olio bollente la ministra Lamorgese raccontando di 150mila firme già raccolte (forse online) per chiederne le dimissioni. Insomma si tratterebbe della prima edizione di richiesta di dimissioni di iniziativa popolare della quale nel nostro ordinamento non parrebbe esservi traccia. Ma sarà ignoranza nostra.

Poi si spiega meglio: si tratta di una petizione di 150mila persone atta a sostenere i parlamentari nel voto di sfiducia a Lamorgese, sfiducia che non passerà mai (e che Meloni ha già chiesto sotto altre spoglie e prendendola in saccoccia) dato che il partito della leaderessa è in parlamento con i voti del 2018, pari al 4,2% e non con il 20% o giù di lì che viene ora attribuito ai Fratelli d’Italia. Dunque attendiamo l’ennesima mozione di sfiducia con la certezza che non passerà nemmeno stavolta, dal partito che grida come se avesse la maggioranza assoluta, ma che sta all’opposizione con il 4,2%. E programmi niente.

 

(16 novembre 2021)

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