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“Occupy Comune” obbligati a chiudere. Il comunicato stampa degli attivisti per l’abitare

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Di seguito il comunicato stampa, che pubblichiamo integralmente, che contiene alcune considerazioni dall’Accampata Occupy Comune (qui invece il #podcast con le dichiarazioni degli organizzatori).

L’Accampata si conclude, ma la lotta è appena iniziata. In questi dieci giorni, la Brigata Mutuo Sociale per l’Abitare, forza trainante della mobilitazione, ha dato prova di una determinazione straordinaria. Molte delle persone che ne fanno parte, anziani e persone con problemi di salute, hanno resistito sotto la pioggia e al freddo, dimostrando una dignità e una forza che meritano rispetto e ascolto.

Ognuno di loro appartiene a una comunità nata proprio dalle falle istituzionali sul sociale a Viareggio: una comunità di associazioni, sindacati, gruppi artistici, che da anni intervengono sui problemi sociali attraverso percorsi di solidarietà popolare, con principi di accoglienza, dignità e autorganizzazione.

Questa comunità, in dieci giorni di mobilitazione, ha messo la città davanti all’evidenza di un silenzio istituzionale inspiegabile e illegittimo. Da una parte c’era la nostra richiesta di dialogo, dall’altra la negazione del problema. Al silenzio abbiamo risposto con la musica, all’arroganza dell’amministrazione comunale con il tè marocchino, che ha riscaldato chi è passato a solidarizzare con noi.

Abbiamo resistito ad oltranza perché crediamo che i diritti debbano valere per tutti e tutte. Escluderli significa commettere un crimine. Tuttavia, non siamo disposti a perdere la dignità con cui questa accampata è stata affrontata dall’inizio. Non siamo disposti a subire violenza, né a farla ricadere su quelle persone anziane che hanno sfidato le intemperie per una causa giusta.

Ancora una volta, il sindaco ha dimostrato che avevamo ragione a denunciarlo: di fronte alla richiesta di dialogo, ha risposto con il ricorso all’ordine pubblico, imponendo divieti e alimentando il conflitto invece di risolverlo.

Per dignità, abbiamo scelto di smontare l’accampata, per tutelare chi non poteva più resistere al freddo e alla pioggia, e perché non accettiamo di arretrare in un luogo isolato e lontano dal Comune, dove il nostro messaggio sarebbe stato soffocato.

L’accampata si smonta, ma non la lotta. I frutti raccolti in questi giorni sono solo l’inizio. Proseguiremo in Prefettura, chiedendo le dimissioni dell’Assessora al Sociale per fare luce sull’intera vicenda e sul ruolo del sindaco nelle emergenze sociali. Porteremo la lotta nelle strade e nelle aule giudiziarie, presentando una querela contro il sindaco per le scelte che hanno leso i diritti delle persone.

La nostra determinazione non si ferma qui. Perché la dignità, la giustizia e il diritto a un futuro migliore non si possono smontare.

E’ prevista per le 18.30 di oggi, 6 dicembre 2024, un’assemblea cittadina sotto il Comune.

 

 

(6 dicembre 2024)

©gaiaitalia.com 2024 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 





 

 

 

 

 

 

 

 

 



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