di Giovanna Di Rosa #Lopinione twitter@firenzenewsgaia #Politica
Lei diceva che “i medici calabresi dovrebbero guadagnare meno di quelli del Nord” e tanto bastò per entrare nelle patetiche grazie del Tribuno Capo, poi in uno di quei colpi di culo che accadono una volta nella vita, riuscì anche a vincere le elezioni a Cascina che governò da Sindaca Urlatrice dal 2016 al 2019, perché venne immolata sull’altare di Bruxelles per ricandidarla poi alle Regionali con un buon bacino di voti.
Che rischia di essere una candidata balneare scelta ad hoc dal presidente autoeletto della repubblica del Papeete non lo dice soltanto la foto.
E’ lei. La Susanna Ceccardi, o del clone di Lucia Borgonzoni, donna rappresentante del partito che candida a Sindaco un uomo che augurò ad una donna come lei di essere stuprata cento volte che, nemmeno lontanamente sfiorata da un dubbio, presta il ceruleo sguardo e la chioma tiziano alle pulsioni illiberali del partito dai conti fumosi e dai rapporti pericolosi. Di professione lei fa la prestata alla politica, ma potrebbe anche “attaccare manifesti”; lo ha detto lei in una sorta di autovaticinio che potrebbe anche diventare realtà.
Lei nel 2017 fece ridere l’Italia quando, commentando gli 81mila euro annui circa percepiti da un medico calabrese contro gli oltre 120mila di uno del Nord, disse che andava bene così facendoci sperare che fornisse le prove di lavorare gratis come stunt-woman della politica leghista, ma dei suoi emolumenti pochissimo si seppe. Nulla della sua rinuncia ad essi.
Le affermazioni ceccardiane vennero ritenute al tempo, offensive, ma cosa volete che importi ad un partito senza programmi che non siano quelli legati alla celebrazione del Capo ed alla sua gloria personale, dei programmi? Ovunque governino fanno disastri, ed esercizi provvisori. Non mantengono le promesse mentre i guai giudiziari aumentano con arresti di ex e non ex, col Tribuno Capo indagato per cosucce che non gli importano – perché lui si immola per amore della Patria [sic] che corre spasmodicamente da un luogo all’altro per raccontarla a chi gli crede ancora, e ancora per poco.
Dunque ecco ci pronti per un’altra campagna elettorale a suon di ciglia finte e vere panzane dove ciò che dice la candidata è del tutto irrilevante perché a contare sarà ciò che promette l’uomo che grida ovunque fuorché battere i pugni in Senato quando serve, perché andare a lavorare c’andrete voi a lavorare che io c’ho da fare il giro d’Italia come una rockstar.
Eccola la Lega di Salvini che presenta la sua candidata invotabile. Come e peggio di Borgonzoni. E’ l’elezione dei cloni, altro che politica.
(8 marzo 2020)
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