di Redazione #Toscana twitter@firenzenewsgaia #Pontassieve
E’ una ragazza trentenne del Congo ad essersi resa responsabile dell’aggressione a Matteo Salvini a Pontassieve, in Toscana, durante la campagna elettorale per le elezioni regionali 2020. Nessun danno e poco spavento, anche secondo lo stesso Salvini che c’ha rimesso una camicia, strappata, e una catenina col crocifisso regalatogli da un frate amico.
La donna si è scagliata contro Salvini gridandogli: “Io ti maledico”. L’appuntamento elettorale di Pontassieve era stato spostato per minacce al locale che avrebbe dovuto ospitarle. Delle minacce sappiamo poco. Ci informeremo.
Ora manca solo lo scoppio di qualche ordigno rudimentale in qualche luogo dove non faccia male a nessuno, ma strategicamente utile alla causa e possibilmente ad orologeria. Nel senso di tempismo. Un tempo facevano esplodere bombe contro le saracinesche chiuse della Standa. Oggi siamo a camice e rosari strappati. Non ci sono più le aggressioni di una volta anche se, non sarà mai detto abbastanza chiaramente, non si aggredisce nessuno. Né fisicamente né con le parole.
Come scrivevamo nel titolo, tanto tuonò che piovve. Cioè, a forza di agitare le folle poi qualche casino scoppia. E toccava far dimenticare Colleferro dove in questo momento, proprio mentre scriviamo, tutto il paese manifesta contro la violenza, per dare giustizia a Willy e contro chi la violenza la giustifica, o la condanna blandamente, in nome del “prima agli Italiani”. E ci scuserete un certo tono irriverente…
(9 settembre 2020)
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