di Daniele Santi #Lopinione twitter@firenzenewsgaia #Politica
La Toscana ha perso una possibile presidente di regione, ma ha trovato una raffinata pensatrice. La Susanna, dopo essere stata sconfitta alle elezioni con le identiche modalità con le quali è stata sconfitta l’altra sua sosia in Emilia-Romagna – dopo irripetibili guasconate in una campagna elettorale vuota e senza programmi – è apparsa in televisione, sull’orlo delle lacrime e livida di rabbia, per lanciare un messaggio pregnante a Giani. “Abbiamo perso” ha detto Ceccardi, “ma a quelli che hanno vinto diciamo che si può anche perdere”.
Siamo naturalmente rimasti basiti dallla ratio del profondo discorso, dal significato sì profondo da essere persino incomprensibile ai più, della Susanna che non aveva certo bisogno di ricordare a Giani che si può anche perdere, perché era la sua parte politica spinta dalla propaganda salviniana a dover capire che si può anche perdere. “Non ci sono più le elezioni di una volta”, era già stato detto.
Però, essendo noi di quella razza che pensa che ascoltare anche la tosse delle pulci faccia bene alla propria crescita personale, prendiamo il messaggio della Susanna lanciato ai posteri, come un’ennesima lezione su Tutto ciò che non si dovrebbe fare per non distruggersi una carriera ben avviata, per quanto vuota di azioni e significati. O obbiettivi che dir si voglia.
Perché bisogna sempre trovare ragioni di approfondimento delle dinamiche dell’esistenza anche dove c’è solo il vuoto assoluto.
(22 settembre 2020)
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