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Valditara, il ministro del “Ho annunziato sanzioni?” e il governo da cui Meloni sembra essere estranea

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di Daniele Santi

“Ho annunziato sanzioni?” contro la preside, ha tuonato il ministro dell’Istruzione e del Merito che invece del merito sembra guardare a colpe e i colpevoli, il ministro Valditara, e ha ragione. Effettivamente ha detto altro, e forse sarebbe stato meglio avesse parlato di sanzioni.

A riprova di ciò che ha detto sul serio Valditara approfitta di Twitter e cinguetta un post al quale allega una sua intervista a Mattino 5 (mica a Rai 3, proprio a La 7, a proposito di interviste-sponda). Effettivamente il ministro non parla di sanzioni, ma della preside dice: “Se questo atteggiamento dovesse persistere o ci dovesse essere un comportamento che va al di là dei confini istituzionali, vedremo se sarà necessario prendere delle misure. Attualmente non ritengo che sia necessario intervenire”. Da quando incoraggiare gli studenti a non cadere nella trappola della violenza fornendo dati storici sul fascismo (nulla fa più imbestialire queste destre del parlare storicamente del fascismo), non è dato sapere.

 

Non sta a noi valutare se il suo “vedremo se sarà necessario prendere delle misure” si possa annoverare tra le minacce, a questo dovrebbe pensarci lui e pare che lo abbia fatto. Su Twitter dopo averlo fatto su una rete Mediaset legata a quadruplo filo, guarda caso, a Berlusconi alleato di governo di Valditara e Meloni. Insomma più che un gomitolo, diciamo.

Eccoli gli allegri ministri del governo Meloni che non sono cattivi, è che si disegnano così, e agiscono come se Giorgia Meloni non esistesse e fosse qualcosa di esterno al suo stesso governo: mentre Meloni corre da una parte all’altra cercando di istituzionalizzare quel vecchiume intollerante che è stata costretta a portarsi dietro, e di trasformare quella destra con la quale ha a che fare in una destra moderna assai meno boccalona e scorretta istituzionalmente di quanto non sia, eccoli lì. I ValditaraDonzelli e i Dalmastro: tutti con incarichi governativi pro tempore baciati da una colpo di fortuna (ché colpo di culo non si deve dire, che fa volgare) dentro una realtà politica passata in pochissimo tempo dal 4% al 26,6% delle ultime elezioni che non ha fatto in tempo a crescere una classe dirigente degna di quel nome.

Certamente le numerose taniche di benzina che improvvidamente Valditara del Merito sono l’esatto controcanto del governo Meloni, quella Meloni che corre come una pazza da una parte all’altra per cercare di presentare la sua destra come una destra moderna barcamenandosi come può tra la sua classe dirigente (i vari Berlusconi, Valditara, Donzelli, la sottosegretario condannata) e una gioventù di destra leggerissimamente facinorosa. Poi è colpa della lettera della preside.

Per sorvolare su ciò che dicono in televisione quelli della sua parte politica e che sembrano usciti dagli anni ’70, e per questo paiono ancora più vecchi e mai usciti da quei catafalchi là. E hanno persino il coraggio di citare Fini e Fiuggi (per non parlare del doppio asse Nato-Polonia sul quale gioca la presidente del Consiglio). E, per dirla tutta, non siamo per niente sicuri che a Meloni questa situazione faccia piacere. Propenderemmo più per l’ipotesi contraria.

 

 

(24 febbraio 2023)

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