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Vicenda Clouditalia/Irideos: da Aruba alcuni chiarimenti

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di Redazione #Clouditalia/Irideos twitter@firenzenewsgaia #Aruba

 

In merito alle notizie circolate negli scorsi giorni sulla vicenda dell’immobile Clouditalia/Irideos ed alla nota del consigliere Romizi del comune di Arezzo, riceviamo un comunicato stampa di Aruba che intende ribadire la sua chiara posizione sulla vicenda e che pubbichiamo integralmente:

Come dichiarato in data 20 gennaio in merito alla permanenza di Clouditalia/Irideos nello stabile di via Calamandrei, non solo avremmo avuto piacere di mantenere inalterata la situazione, ma avevamo anche auspicato di vedere una crescita di Clouditalia sul territorio aretino che gli permettesse fra l’altro di sfruttare al meglio le dimensioni e le potenzialità di quella sede.  Oggi leggiamo con rammarico che i 78 lavoratori di Clouditalia saranno trasferiti a Firenze e riteniamo utile fornire ulteriori chiarimenti per ribadire che questa decisione non è in alcun modo legata all’investimento immobiliare che stiamo facendo o ad un qualsivoglia ruolo attivo di Aruba nella questione.

Ad oggi l’acquisto dell’immobile non si è ancora neanche perfezionato e comunque non abbiamo ricevuto alcuna richiesta di contatto o incontro da parte di CloudItalia/Irideos ed è per questo evidente come non si possa parlare di “mancato accordo” come causa principale di quanto sta avvenendo. Inoltre, eventuali proroghe del contratto provvisorio di affitto non dovrebbero al momento essere sottoscritte con noi, ma (almeno fino a quando l’acquisto non sarà concluso) con i commissari che curano il concordato preventivo di Finanziaria Italiana e la procedura di vendita dell’immobile. Alla cortese richiesta dei commissari in merito a questa eventualità abbiamo in ogni caso dato il nostro assenso a procedere tranquillamente con la proroga in caso dovessero ricevere una richiesta in tal senso.

Ribadiamo quindi la nostra completa disponibilità a trovare un accordo per il futuro, eventualmente relativo anche solo ad una parte dell’immobile adesso occupato per intero, e rimaniamo in attesa di una richiesta di incontro per tentare di capire se è possibile trovare una soluzione nell’interesse delle parti, ma anche delle persone e del territorio.”

 

(5 febbraio 2020)

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