di Redazione Toscana

Si è tenuta alle 12 di giovedì 27 gennaio in via Fratti, l’installazione di una palina commemorativa dedicata a Gabriella De Cori (Pisa 1896, deportata ad Auschwitz nel 1944 deceduta in data e luogo sconosciuto): il luogo è simbolico in quanto l’edificio prescelto un tempo ospitava la sinagoga di Viareggio e la scuola per bambini di religione ebraica.

Gabriella De Cori era la maestra che insegnava in questa piccola scuola: un’insegnante di religione ebraica che, in quanto tale, era stata licenziata dalla scuola pubblica (insegnava nel comune di Santa Maria a Monte in provincia di Pisa) e che fu temporaneamente ripresa in servizio per questo insegnamento ai suoi correligionari. La scuola ebbe fine nel maggio del ‘43 quando si aprì il periodo più drammatico. Dopo l’8 settembre iniziò la persecuzione degli ebrei e con essa la clandestinità, per sfuggire alla deportazione. Degli alunni della scuola di Viareggio nessuno venne deportato, ma alcuni persero loro familiari. La maestra Gabriella fu arrestata con la sorella in provincia di Pistoia dove era sfollata. Condotta a Fossoli, il suo viaggio per Auschwitz non avrà ritorno. Anche i bambini internati a Castelnuovo furono arrestati con le loro famiglie, inviati al campo di concentramento provinciale per ebrei di Bagni di Lucca e deportati. Nessuno di loro sopravviverà.

Il sito di via Fratti entra così a far parte del percorso della memoria, “I luoghi della memoria” consultabile al link https://www.comune.viareggio.lu.it/anpi/. Si tratta del primo atto di quella che sarà la collocazione vera e propria delle “pietre di inciampo” che verranno posizionate verosimilmente a settembre, in occasione della liberazione di Viareggio, compatibilmente con i tempi di produzione dell’artista.

Le pietre d’inciampo sono piccoli monumenti  ideate e realizzate dall’artista tedesco Gunter Demnig, per tenere viva la memoria delle persone deportate nei campi di sterminio nazisti nel tessuto delle moderne città. Come è noto, il progetto consiste nell’incorporare dei blocchi quadrati di pietra (10×10 centimetri), ricoperti di ottone lucente, nel selciato stradale davanti alle abitazioni, o a luoghi significativi della vita, di coloro che sono stati deportati nei lager nazisti. Un’incisione sulla superficie superiore ne ricorda nome e cognome, data di nascita, data e luogo di deportazione e data di morte, quando conosciuta. L’espressione “inciampo” deve dunque intendersi non in senso fisico, ma visivo e mentale, per far fermare a riflettere tutti coloro che si imbattono, anche casualmente, nell’opera. Le due pietre di inciampo di Viareggio saranno dedicate una ad Umberto Boni, l’altra a Jeannette Levi.

Umberto Boni (Roma 1972- Hartheim-Mauthausen 1944), molto noto a Viareggio con lo pseudonimo di Cravache, pubblicista e autore di testi di canzoni del carnevale, deportato in campo di concentramento come “politico”. La pietra d’inciampo potrebbe essere messa davanti a uno dei locali  che frequentava e dove spesso dormiva, il Margerita sulla Passeggiata di Viareggio.
Jeannette Levi (Rodi 1925 – deportata ad Auschwitz nel 1944 nello stesso convoglio di Luciana Pacifici e Liliana Segre) non sopravvissuta: la pietra d’inciampo verrà posizionata nella piazzetta Lorenzo Viani davanti alla Capitaneria, dove la donna abitava.

 

(27 gennaio 2022)

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