La cultura evolve, non ci sono più le lotte dei gladiatori nell’arena, ma i palii rimangono come cristallizzati nel tempo. Al Palio di Siena, dal 1975 a oggi, sono morti 51 cavalli. Basta chiamarli incidenti, queste sono tragedie annunciate. Eppure c’è chi si diverte. Allo scoppio del mortaretto i cavalli escono e ad ogni fantino viene consegnato un nerbo di bue con il quale potrà incitare il cavallo o ostacolare gli avversari durante la corsa.
Di certo i cavalli non si divertono, sono gli ignari personaggi usati per il divertimento di chi non vuol capire che esistono esseri senzienti in grado di provare sentimenti e sensazioni come le nostre. Sentono gioia e dolore, paura e emozioni come noi.
Ma i trogloditi questo non lo possono capire. Gli manca la sensibilità e l’empatìa e in questo sono da commiserare. Non potranno mai capire l’amore che ti può dare un essere di un’altra specie, se non lo hai mai provato. Mi spiace per loro. Ma ancor di più mi rattrista pensare a tutti quegli schiavi che come moderni gladiatori vengono usati per il divertimento degli umani: non c’è solo il Palio di Siena, c’è il palio degli asini, delle oche, dei maiali, tutte tradizioni che non tengono conto del passare del tempo. Usanze anacronistiche che dovrebbero rimanere relegate nella storia buia del passato.
Lo scrive il comunicato stampa della presidente di SOS Gaia, Rosalba Nattero, inviato in redazione.
(21 agosto 2023)
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