di Giovanna Di Rosa, #Politica
La “risorsa” salviniana che ha perso tutto ciò che poteva perdere, cioè tutte le elezioni che Salvini doveva vincere nel suo racconto mediatico, è stata messa da parte da Mario Lonini, fedelissimo di Giorgetti, che fa capire come la segreteria di Matteo Salvini sia pericolosamente in bilico tra Giorgetti, Zaia e scricchiolii vari. Decapitati i vertici ceccardiani anche a Firenze, messo lì un commissario a Prato e due anni di flop della Susanna, non insegnano niente all’incompetenza politica della signora delle sconfitte con segretario alleato.
Pare infatti che Ceccardi non l’abbia presa bene: lei che era passata alla storia per affermazioni indimenticabili come “l’antifascismo è fuori moda perché il fascismo non esiste più” con candidato di Forza Nuova in lista, in piena campagna elettorale, non al bar; o il ceccardiano giovine che era “discriminato perché eterosessuale“; o quella che nel post elezioni aveva detto “Abbiamo perso, ma a quelli che hanno vinto diciamo che si può anche perdere”, che a lei Tommaso campanella le fa una pippa, insomma quella che diceva “Io sono contro l’Europa” e poi aveva di continuare a occupare la poltrona in Europa.
Ceccardi la Favolosa non è più di moda, nella Lega Toscana e il suo cadere dall’alto del seggiolone sembra tristemente essere il preludio, per Salvini, della giubilazione. La politica ha tempi lunghi. La giunta lombarda meno. E Salvini che scricchiola in Italia deve difendere a spada trappa ciò che gli rimane. La Lombardia, non ceerto la Toscana che è ormai di Giorgetti.
(17 aprile 2021)
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