di Stefani Catallo, #Politica
Già nel 2018 Giorgio Del Ghingaro, riconfermato sindaco di Viareggio nel 2020, si era trovato nella bufera per una necessità di rimuovere la Casa delle donne dalla sua sede storica. A tal proposito aveva dichiarato: “Vogliamo dotare l’associazione di un immobile che sia bello, moderno e funzionale” e sull’argomento della rimozione non ci si era più tornati.
Del Ghingaro, si è quindi trovato a fare i conti con una seduta del Consiglio Comunale nella quale un consigliere di Fratelli d’Italia, tal Marco Dondolini, eletto nel partito di Donna Meloni si è affermato come prodromo della misoginia e del patriarcato dichiarato che l’origine delle baby gang sarebbe da ricercarsi nell’abbigliamento troppo succinto di donne e ragazzine, a conferma della mozione presentata dal consigliere comunale Marco Dondolini, FdI. E mentre il Sindaco Del Ghingaro stigmatizzava l’infelicissima dichiarazione con una nota stampa. era chiaro al mondo che nella corde di Fratelli d’Italia e di tutta l’estrema destra intorno, sta scritto che in un caso di stupro, la colpa è della vittima e non del violentatore.
Non sono dunque bastati cinquant’anni di lotta femminista, né gli interventi dell’avvocata delle donne, la famosa Tina Lagostena Bassi, in favore delle donne offese e abusate per cambiare la mentalità di alcuni personaggi del panorama politico italiano che gratta gratta, sotto la patina di modernità presentano antiche ruggini maschiliste. Eppure l’appartenenza a Fratelli d’Italia, la cui leader è Giorgia Meloni, una donna appunto, avrebbe dovuto manifestare al Dondolini il senso reale della parità di genere.
Lei che ha espresso a modo suo, le sue idee circa l’inginocchiarsi in campo dei calciatori, un atto contro omofobia, xenofobia e per i diritti delle donne e delle minoranze, ha dimenticato che nel 2009, quando era ministra della gioventù nel governo Berlusconi, le stesse idee circa la condizione femminile nell’area del Golfo le tenne per sé, ben strette, senza esporsi e senza far valere il suo peso politico a favore di quante non potevano e tutt’oggi, non possono parlare.
(3 luglio 2021)
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